BERGAMO. 19 GIU. “Sono totalmente estraneo!”. A parlare è Massimo Giuseppe Bossetti, presunto assassino di Yara Gambirasio, nuovamente interrogato in carcere dal gip.
Lo stesso Bossetti dichiara, per parola del proprio legale, come, nel tardo pomeriggio del 26 novembre 2010, quando la tredicenne scomparve, si trovava a casa.
Bossetti, nel suo interrogatorio davanti al gip di Bergamo per la convalida del fermo, ha aggiunto di non riuscire a spiegarsi per quale ragione il suo Dna, come sostiene l’accusa, sia stato trovato sul corpo della ragazza dopo il ritrovamento nel campo di Chignolo d’Isola il 26 febbraio 2011.
L’uomo ha poi spiegato che il suo telefono cellulare era inattivo dal tardo pomeriggio del 26 novembre 2010 alla mattina successiva in quanto scarico.
La Procura gli contesta, infatti, che il suo cellulare aveva agganciato la cella di Mapello, a cui si era agganciato anche il telefono di Yara Gambirasio, ed era poi rimasto inattivo, senza ricevere o fare comunicazioni, fino alla mattina dopo alle 7:30.
Tra le altre cose Bossetti avrebbe appreso solo questa mattina di essere figlio illegittimo e questo lo avrebbe sconvolto.
Ora toccherà al gip di Bergamo Ezia Maccora decidere sulla convalida del fermo al termine dell’interrogatorio.