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TROPPE ACROBAZIE PER RACCONTARE “ LA VERITÀ ”

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la-verta-piccolo-scenala-verta-piccolo-scena MILANO. 30 DIC. Grande aspettativa per la prima di La verità al Piccolo Teatro Strehler che ha debuttato sabato 27 dicembre.

Tanto pubblico a riempire il teatro di Brera, tra cui anche il regista Filippo Crivelli e la ballerina etoile Alessandra Ferri che a quanto pare non ha voluto mancare a questa prima, anche se, come sappiamo, oramai ha residenza stabile a New York.

Il sipario è salito con ben 20 minuti di ritardo dall’ora di inizio prestabilito, ed ha subito presentato l’imponenza scenografica della messa in scena di Finzi Pasca.

Sul fondale infatti appare una grossa testa di cavallo, riferimento al quadro I cavalli del faraone di Herring, che in contrasto, come in un piccolo cabaret, vede arrivare incontro al pubblico un personaggio stile capocomico da circo dalla cadenza emiliana, che racconta al pubblico la storia di un fondale, un pezzo unico, dipinto negli anni Quaranta da Salvator Dalì per la scenografia del balletto Tristan fou, versione “surrealista” dell’opera Tristano e Isotta di Richard Wagner, che doveva essere il filo conduttore dello spettacolo.

Pian piano sul palcoscenico dai colori melanconici del tramonto si susseguono quadri  più o meno narrativi in cui i 13 artisti, un misto tra acrobati ballerini, cantanti e musicisti abbinano con abilità la disciplina circense al teatro, sviluppando una storia surreale fatta di ombre che deformano le proporzioni, di scale sospese nel vuoto, di equilibri impossibili, di corpi che si contorcono , si cercano, si dislocano. Ma una storia fatta anche  di piume e paillettes all’interno in un baraccone felliniano decadente che arranca alla ricerca di idee per risollevare le sorti di una compagnia allo sfacelo.

Certo gli artisti sono bravissimi, anzi, possiamo dire eccezionali, nelle loro rocambolesche prestazioni tanto da lasciare spesso il pubblico col fiato sospeso, ma dov’è il nesso con fondale di Dalì? Francamente si fatica a riscontrarlo. Finzi Pasca, regista coreografo e direttore delle luci è alla ricerca di un fil rouge di cui sembra non trovare il capo e lo spettacolo si addentra faticosamente nei meandri di una storia che non ha né capo né coda in cui per altro il concetto di verità appare molto ricercato e personale, è per l’appunto molto “acrobatico”.

Lo spettacolo sarà in scena fino all’11 gennaio 2015. Francesca Camponero