Lo scorso 16 dicembre 2018, durante il Campionato lombardo di Terza Categoria in provincia di Bergamo si gioca Pontida Briantea-Aurora Terno, match d’alta classifica: seconda (l’Aurora) contro terza (il Pontida, distante 4 punti).
La gara è ormai segnata, 3-0 per i padroni di casa, quando al 22’ del secondo tempo accade un fatto bruttissimo, deprecabile: durante una fase giocata con grande grinta, dalla panchina del Pontida (che sta vincendo!) è partito un insulto razzista nei confronti di Abdoul Dabre, 26 anni, originario del Burkina Faso da anni residente nella vicina Mapello, da due anni atleta dell’Aurora.
E con estrema naturalezza, tutta la panchina dell’Aurora, calciatori di riserva, allenatore e presidente in testa, senza scendere in polemica con nessuno, si alzano, toccano la mano all’arbitro ed abbandonano il campo.
A raccontare l’episodio è proprio Abdoul Dabre: “Sul 3 a 0 non c’era molto da dire. Loro stavano giocando meglio, erano più grintosi e convinti di noi. Quello che però è stato inaccettabile è stato l’insulto per il colore della mia pelle. Posso capire le tensioni, ma questa offesa mi ha ferito nel profondo e a livello umano. Per ben tre volte mi hanno chiamato ‘sporco…’ e non aggiungo il resto”.
Un applauso all’Aurora, anche se la macchina Federale, sensibile soltanto a parole e non nei fatti, darà partita persa a tavolino alla squadra di Terno, con lo squallido personaggio che ha proferito la frase razzista che probabilmente la passerà franca.
Potrebbe accadere in serie A? Ma non pensiamoci neppure… li comanda il dio denaro, le televisioni a pagamento, il calcio scommesse… L’unico che ha preso una posizione chiara è stato Carletto Ancelotti, allenatore del Napoli ed uomo di valore e fuori dal coro, che ha proprio suggerito l’abbandono del campo della squadra offesa con cori o frasi razziste.
Franco Ricciardi