MILANO. 15 SET. Dieci minuti di applausi e standing ovation finale per il debutto di Tamerlano, capolavoro di Georg Friedrich Händel per la prima volta esibito alla Scala. su un testo italiano di Nicola Francesco Haym, tratto da Il Tamerlano di Agostino Piovene insieme ad un altro libretto intitolato Bajazet sulla falsariga del Tamerlan, ou La Mort de Bajazet di Nicolas Pradon.
Temerlano è una delle opere più importanti di Händel, fu composta nello spazio di venti giorni nel luglio del 1724, in un anno in cui due delle più grandi opere furono composte da lui: Giulio Cesare e Rodelinda. L’opera è orchestrata per due flauti dolci, due flauti, due oboi, fagotto, due corni, archi e gli strumenti del basso continuo. Eve Meyer ha osservato che il ruolo di Bajazet fu uno dei più grandi ruoli per tenore in tutta l’opera lirica ed ha anche fatto interessanti rilievi sulla localizzazione dell’opera contestualizzata al fascino che i contemporanei provavano per la cultura turca.
Un tassello importante nel progetto pluriennale di recupero del miglior repertorio barocco, eseguito filologicamente su strumenti storici sotto la guida dello di Diego Fasolis.
Un successo proporzionato alla sontuosità dello spettacolo, che porta la firma di Davide Livermore che ha immaginato questo intrigo di amore e potere nella cornice del Palazzo d’Inverno di San Pietroburgo durante la Rivoluzione d’Ottobre (un omaggio nel centenario del 1917): uno scenario da kolossal ricco di riferimenti cinematografici, fra battaglie nelle tormente di neve, palazzi imperiali invasi dalle armate rivoluzionarie e treni in corsa nella steppa russa.
In quest’opera nota per il virtuosismo vocale, ha brillato il cast, capitanato dal grande Plácido Domingo tornato ad essere tenore per l’occasione. Domingo ha incantato la platea nella grande aria del suicidio conclusivo.
Applausi a scena aperta anche per Bejun Mehta e Franco Fagioli, e per l’interpretazione delle due donne contese, Maria Grazia Schiavo e Marianne Crebassa.
FRANCESCA CAMPONERO