MANTOVA. 12 MAR. Sabato 14 e domenica 15 Marzo in occasione del 750° anniversario di Dante Alighieri, per l’ Orchestra da Camera di Mantova, l’artista genovese Luigi Maio presenterà Inferno da Camera, Dante in «3D», una fantasia teatral cameristica che vede nuovamente il Musicattore® in scena con un Trio d’eccellenza: Bruno Canino al pianoforte, Francesco D’Orazio al violino e Luigi Tedone al fagotto.
A questi tre musicisti Maio affida una partitura dove, alla recitazione di alcuni suggestivi passi dell’Inferno dantesco, alterna brani da lui composti in stile lisztiano/paganiniano e citazioni originali delle opere più emblematiche di Franz Liszt, di cui Maio ha curato la riscrittura per trio: alla “bufera infernal che mai non resta”, farà eco il turbinio cromatico della “Dante Symphonie”. Alle malizie di Malebranche e Barattieri risponderanno gli sberleffi dell’Allegro scherzando del “Concerto N° 1” o della “Mephisto Polka”. Ai sospiri di Ulisse si uniranno i singhiozzi dell’incipit del “Concerto N° 2”. Al ghigno di Vanni Fucci, l’ironico fugato del terzo movimento della “Faust Symphonie”. Le grida rabbiose del “mal seme d’Adamo” cozzeranno contro la solennità della “Totentanz”. Sarà concessa anche qualche ironica ‘intrusione’: una Barcarola in minore à la Offenbach accompagnerà la remata di Caronte, mentre, (in omaggio al “Papè Satan” dantesco), Luigi Maio farà ‘cantare’ i Malebranche nella lingua infernale del Pandaemonium di Hector Berlioz, (amico di Paganini e Liszt), che nel finale de La Damnation de Faust sembra ispirarsi scherzosamente a “li versi strani” del Ghibellin Fuggiasco.
L’intento è quello di offrire nuovamente al pubblico un gioco ludico e didattico, del resto Maio è talmente innamorato di ciò che fa, che riversa sul palco tutta la passione necessaria perché l’effetto sia quello di coinvolgere sempre a pieno il suo folto pubblico . Il suo ardore è talmente incontenibile, che quasi ipnotizza. Da qui il grande successo.
INFERNO DA CAMERA , come e più degli altri suoi lavori, è una messa in scena per tutti, grandi e piccini, una mappa teatral cameristica dei Gironi danteschi in cui Liszt fa quasi le veci di Virgilio e dove la poesia dell’Alighieri si sposa alle note di un artista romantico in perpetua oscillazione tra Dante, Goethe e – in primis – Paganini. Con questo spettacolo, Luigi Maio ha ricevuto il Premio del Centro Nazionale di Studi Italiani.
FRANCESCA CAMPONERO