Milano. A Milano è stata aperta un’inchiesta riguardo gli insulti e le frasi minacciose rivolte sui social a Silvia Romano. L’ipotesi contro ignoti, è di minacce aggravate.
Proprio su Facebook il profilo di Silvia Romano non è più visibile, è stato chiuso.
Silvia Romano, la giovane cooperante rapita in Kenya il 20 novembre 2018, è stata liberata in Somalia sabato scorso e domenica era arrivata in Italia.
Da come riporta il Corriere della Sera, la giovane sarebbe stata liberata dopo il lavoro dell’intelligence italiana e con la consegna di un riscatto agli islamisti, dai due ai quattro milioni di euro.
Da subito ne sono nate delle polemiche, anche per il fatto che Silvia Romano, ora il suo nuovo nome è Aisha che in arabo significa “Madre dei credenti”, si è presentata vestendo il classico vestito in verde delle donne somale e come riporta La Repubblica, nella sua conversione avrebbe detto: “In questi mesi mi è stato messo a disposizione un Corano e grazie ai miei carcerieri ho imparato anche un po’ di arabo. Loro mi hanno spiegato le loro ragioni e la loro cultura. Il mio processo di riconversione è stato lento in questi mesi, ho cominciato a leggere per curiosità e poi è stato normale: la mia è stata una conversione spontanea”.
La Prefettura di Milano, città in cui lei vive con la famiglia e dove ieri è rientrata, sta valutando misure di protezione e il palazzo del Casoretto in cui abita è già sorvegliato dalle forze dell’ordine.