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IX° CONGRESSO DELA GOLIARDIA. PRINCIPI ISTITUZIONALI DEFINISCONO “COSA NON E’ LA GOLIARDIA”

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Una riunione goliardica

LUCCA. 5 LUG. Al IX° Congresso della Goliardia Italia che si è tenuto a Marina di Pietrasanta sabato 15 e domenica 16 giugno, i Principi Istituzionali della Goliardia Italiana hanno definito “Cosa non è la goliardia” con un messaggio da divulgare alla “stampa”.

Ecco il testo completo.

Gli Antichi goliardi ripetono spesso che il pubblico vedeva la goliardia con simpatia. I giornali presentavano la goliardia nella sua realtà.

Dopo gli anni settanta inizia la decadenza culturale. Molta confusione. Alcuni giornalisti, dobbiamo pensare per ignoranza, definiscono le cose più ignobile “goliardate”.

Alcuni “scherzi stupidi” che noi definiamo” atti di teppismo “sono attribuiti alle nostre istituzioni. Un giornalista descrivendo uno “Strupo” quasi a giustificarlo lo definisce “La solita goliardata”.

Ricordiamo: Il goliardo è lo studente universitario che segue gli insegnamenti di Abelardo. Con Abelardo nasce “L’amor cortese”.

Nei suoi scritti l’intelligenza di Eloisa viene descritta come superiore a quella di molti uomini. Si definisce seviziare un prigioniero od un sottoposto, una goliardata. In un ambiente di lavoro od in una caserma succede che si abusi di un collaboratore; un giornalista la definisce una goliardata.

Ora basta. La goliardia ha sempre preparato uomini per la società.

Il goliardo ama la libertà, rispetta gli altri.

I riti della Goliardia tendono a formare uomini non a seviziarli. Preghiamo la cattiva stampa di informarsi prima di scrivere.

La definizione di goliardia del 1946 stillata a Venezia è nel cuore d’ogni goliardo. Ci rendiamo conto che in passato alcuni presunti goliardi hanno avuto comportamenti spregiudicati:

Ogni istituzione ha le sue pecore nere. Gli Ordini Goliardici sono gli unici che insegnano ai giovani il comportamento conforme alle antiche tradizioni.

Senza la tradizione medievale non è possibile prendere in mano la Bandiera della ricerca del vero e della libertà.

Molti rilevano che sulla carta stampata trovano molte inesattezze. Non esistono più i giornalisti del passato.

Il giudizio più corrente: “è una giornalata”. Voce di  lettore;I cattivi giornalisti scrivono le “giornalaie” e sono “giornalastri”.

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