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Il salvataggio del “ pensiero unico ” de Il Nano Morgante

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Il salvataggio del pensiero unico

Il salvataggio del pensiero unico

GENOVA. 9 LUG. In questo preciso momento storico ed all’interno di tale specifico imbuto sociale e culturale, sembra pacifico poter affermare che il pensiero individuale, in qualunque cosa consista (più o meno lecita), transiti ed attinga, in una omologante sincronia, anche dalla mente altrui. E che tale irriconosciuta coincidenza di idee la si trovi soddisfacente.

In tal senso, senza usare ulteriori rocamboleschi giri di parole, pare che ognuno, per comodità d’esercizio e per non incorrere nell’errore, abbia concordato ed accordato i propri pensieri in base a ciò che hanno in mente coloro che gli stanno intorno.

E qualora l’individuo, eventualmente, per sfrontata volontà di autoaffermazione semantica, osasse pensare e fare di testa propria, non trascuri di informare il suo nuovo pensiero a ciò che in qualche misura è commisurabile, riferibile e plausibile per il suo ambito di riferimento.

In tal modo, (forse)  eviterà scontri frontali, litigi dissennati, sfoghi cutanei, gastriti, ansiolitici e cardiotonici come se piovesse.

Chiunque dovrebbe infatti sapere a cosa, e a chi, va incontro, in caso  di tale irriverente scelta cadornista di discostarsi da un pensiero collettivo e da un agire comune.

“Uomo avvisato mezzo salvato”, recita un collaudato modo-di-dire.

Ma se ora, a bocce e, soprattutto, a menti ferme, si volesse trasmutare il “mezzo salvato” in un salvataggio “intero”, andrebbe rivisto e riconsiderato il ragionamento appena svolto, sia in termini di riparametrazione dei risultati esperiti, sia in termini di una effettiva qualità individuale ed anche collettiva.

Considerata infatti la potenzialità di ciascun individuo quale “insieme di sensazioni distinte continuamente mutevoli” (cit. C. Baudelaire), non è mai deprecabile esprimere il proprio naturale “cromatismo emotivo”.

Cosicché, in nome di una ri-conquistata biodiversità giustapposta al “pensiero unico” (termine tratto dal gergo economicista), anche il presente intorno a noi coerentemente si dispone ad un migliore e più fruttuoso cambiamento.

Di conseguenza, altrettanto magicamente, “di tempo in tempo, anche il passato (cambia)” (cit. A. Gargani).

Massimiliano Barbin Bertorelli

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