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Il marchio di fabbrica dell’ imperfezione

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Frida Khalo e l' imperfezione

Frida Khalo e l’ imperfezione

GENOVA. 12 MAR. La definizione di completezza può assumere, nella comune accezione e nella vulgata, il significato di perfezione.

Concetto applicabile, quando riferito alla Natura. Decisamente inappropriato e sconsigliabile, quando riferito all’uomo.

In effetti, nel limitante, pur lecito uso del termine, tutto ciò che,  estensivamente, si identifica nel concetto di “completezza”, ipso facto, non necessita di ulteriori “aggiunte”.

Partendo dal tranciante preambolo, si conviene di non attribuire all’uomo tale grado evolutivo. Al contrario, identificarlo in un’esistenza subordinata, bisognosa e limitata a cose fungibili, materiali. Smaniosa di “addizioni” in progress.

Ciò si declina, nell’eccezionalità individuale, accettando coscientemente tale limite; nell’ordinarietà massificata, negandone l’evidenza, con baggiana tracotanza e prevedibile cipiglio.

Comunque sia, la sostanza invariabilmente non muta: l’uomo resta un essere incompleto,  giacché “esiste solo all’interno di una data cultura ed il suo pensiero è dipendente da simboli che condivide con altri” (cit. C.Geertz).

Ci si tranquillizzi: la completezza prescinde dalla nostra od altrui volontà. E’ entità trascendente, superomistica. Per altro verso, il suo contrario, l’incompletezza, è condizione originaria, pre-determinata.

Tale condizione è il nostro marchio di fabbrica, riconoscendo quanto sia “necessaria l’imperfezione per essere perfetti” (cit. G.Pascoli). E, ancora,  circostanziandone il limite, che esso “mi definisce come essere umano ma più ancora come io irripetibile, esclusivo” (cit. F. Sciacca)

Procedendo, il concetto di perfezione sostanzia, subliminale e irriverente, quello di infinità.

Inutile, quindi, sempre accelerare. “Sedens ago” (agisco stando seduto):  adattiamo, per quanto possibile, alla nostra vita la frase che riecheggia nello stemma araldico dell’antica famiglia dei Fieschi.

Non è infatti il tempo, ampiamente sufficiente, di cui disponiamo, il vero ostacolo, l’impedimento a realizzare la nostra irriferibile ambizione.  Massimiliano Barbin Bertorelli

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