
MILANO. 1 DIC. Sono passati più di settant’anni da quando Charlie Chaplin scrisse, interpretò e diresse il suo primo film parlato Il grande dittatore, dedicato al tema della minaccia nazista.
Con quel film, Chaplin ridiede coraggio al mondo che credeva ancora nella libertà.
E lo fece grazie alla risata, che ora viene riproposta sul palcoscenico nello spettacolo in scena al Teatro Carcano di Milano fino al 6 dicembre, diretto da Giuseppe Marini eMassimo Venturiello. Da quel lontano 1940, il mondo è cambiato. Noi siamo profondamente diversi e così anche l’assetto politico del mondo, eppure la nostra realtà presenta strane e inquietanti analogie con quel tempo. Una crisi economica che ricorda quella del 1929, il crollo delle banche, l’inflazione, la disoccupazione e la depressione.
L’attualità del Grande dittatore è quella di tutte le opere d’arte in cui si mette a nudo l’essenza umana. Nel film, come ora nella sua riduzione teatrale, il protagonista si fa letteralmente in due. Da una parte c’è il piccolo ebreo che fa il barbiere nel ghetto in cui il nazismo lo ha rinchiuso e dall’altra c’è il feroce dittatore al quale egli assomiglia tanto da finire con l’assumerne il ruolo, rovesciandone nel messaggio radiofonico finale la violenza in pacifismo.
In scena anche la bravissina cantante Tosca.
FRANCESCA CAMPONERO
PLATEA € 18,00 anzichè € 34,00
BALCONATA € 14,50 anzichè € 25,00.