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Il Cai: Lavoriamo affinché i rifugi possano riaprire

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Il rifugio serafino Gnutti nel comune di Sonico, in val Camonica

“Pur essendo vero che possono esserci difficoltà a riaprire i rifugi, soprattutto quelli di alta quota, deve essere chiaro che il Club alpino italiano si è attivato e sta lavorando per scongiurare questa ipotesi”. Sono queste le parole di Antonio Montani, vicepresidente del Cai e responsabile dei rifugi.

E precisa: “Faremo di tutto, sia intervenendo nelle sedi istituzionali per spiegare la differenza che c’è tra rifugio e albergo, sia mettendo a disposizione delle nostre Sezioni e dei rifugisti tutte la risorse disponibili per poter contribuire alla riapertura delle strutture”.

Le modalità della riapertura dei rifugi dipenderanno anche dalle future disposizioni normative sulla Fase 2 dell’attuale emergenza sanitaria.

Il Cai farà quindi la propria parte sostenendo Sezioni e rifugi per affrontare questa difficile situazione e per arrivare alla riapertura il prima possibile.

Sono persone, quelle dei rifugi, che hanno deciso di dedicare la loro vita a un progetto d’amore, quello per la montagna, e “che il Club alpino italiano non lascerà mai sole”.

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