MILANO. 20 MAG. Sarebbe di oltre 2 milioni di euro la somma delle presunte mazzette che la cosiddetta “cupola” avrebbe chiesto per gli appalti di Sogin ed Expò.
Ad ammetterlo davanti ai Pm sarebbe stato l’ex Udc ligure Sergio Cattozzo nel lungo interrogatorio di oggi, spiegando che la cifra si riferisce a presunte tangenti versate o promesse.
Cattozzo avrebbe anche riferito che l’ex senatore del Pdl Luigi Grillo sarebbe stato a conoscenza del giro di tangenti e avrebbe preso la sua parte delle presunte mazzette.
Sergio Cattozzo in pratica avrebbe scritto su due post-it la contabilità delle mazzette, giovedì scorso, quando gli uomini della Guardia di Finanza si sono recati a casa sua per arrestarlo; preso dal panico avrebbe inizialmente cercato di nasconderli ma che poi li avrebbe consegnati ai militari.
Cattozzo proprio oggi, durante l’interrogatorio di garanzia, avrebbe ammesso che su quei foglietti erano state segnate le cifre delle mazzette.
Il politico genovese, ex dirigente della Cisl, poi passato nelle file dell’Udc e che negli ultimi anni, pur confessando l’esistenza delle tangenti ipotizzate dalla Procura, si è riservato di chiarire quei conteggi in un interrogatorio che verrà fissato a breve con i pm.
E poi, come aveva già fatto giovedì scorso con i militari delle Fiamme Gialle, ha spiegato uno dei suoi difensori, l’avvocato Michele Cirabegna, ha ribadito le sue scuse per quel gesto dettato, con molta probabilità, dal panico.
Mentre Gianstefano Frigerio, il “compagno G” e Luigi Grillo, hanno respinto qualsiasi addebito negando le contestazioni, altre ammissioni sono arrivate da Enrico Maltauro e da Angelo Paris, i quali hanno sostenuto di non far parte della “cupola” rifiutando l’accusa di associazione per delinquere.
Con le loro dichiarazioni, Cattozzo, Maltauro e Paris mettono nei guai Frigerio, Greganti e Grillo che, al contrario, hanno negato tutto.
Non diversa la linea dell’ex dc e dell’ex senatore del Pdl, da poco passati nelle file di Ncd, con il secondo che ha anche affermato di non aver mai messo piede al circolo culturale Tommaso Moro, circolo che secondo le indagini era la base operativa della “cupola” e dove, secondo alcune intercettazioni, sarebbero state contate le tangenti che per i pm.
A proposito delle intercettazioni portate come prove, si sente anche il fruscio del conteggio delle banconote di una presunta tangente da 50mila euro
Era il 18 dicembre 2012, quando Cattozzo, come si legge nella richiesta di custodia cautelare a firma dei pm di Milano Claudio Gittardi e Antonio D’Alessio, nel circolo, subito dopo l’uscita di Maltauro, consegna a Frigerio 50mila euro.
Cattozzo, come da intercettazioni, inizia a contare le banconote “tre, quattro, cinque, sei, sette”, mentre la Gdf annota: “si sente il rumore di carte che scorrono tra le mani”. Poi ancora: “undici, dodici, tredici, quattordici, quindici, sedici, diciassette, diciotto, diciannove, venti, ventuno, ventidue, ventitre, ventiquattro… sessantancinque”.
Nel dialogo intercettato i due parlano anche di una somma che “verrà portata – si legge nell’atto – il giovedì successivo … a Gigi”, identificato nella persona di Grillo. Oltre alla consegna di ulteriori consegne di denaro, relative a un appalto della Sogin e il possibile utilizzo di una cassetta di sicurezza in Svizzera e precisamente a Lugano.
L’incontro con la consegna della presunta mazzetta è testimoniato anche dai fotogrammi che si trovano nella richiesta di arresto, nei quali compaiono Cattozzo e l’imprenditore Maltauro, che entrano e poi escono dalla sede dell’associazione. (nelle foto: Sergio Cattozzo, Luigi Grillo, Gianstefano Frigerio, Enrico Maltauro ed Angelo Paris).