Lunga conferenza stampa quella della presentazione della Stagione 2024-25 del Teatro alla Scala che si è aperta con l’intervento di Tommaso Sacchi, assessore alla Cultura del Comune di Milano.
“Siamo ancora densi di emozione per il Requiem a San Marco diretto dal Maestro Chailly – ha detto Sacchi. La Scala non teme innovazione ed ha sempre uno sguardo al futuro. La Scala ha voglia di crescere e lo dimostra anche l’ampliamento degli spazi che è stato effettuato: un raddoppio dell’area retropalco. E poi c’è la Rubattino, la Scala esce dal centro storico di Milano per farsi conoscere nell’hinterland. Insomma in questi anni si è fatto molto e ricordiamo il bilancio in attivo, cosa non scontata, che dà un segnale di grande vitalità. E tutto questo lo dobbiamo alla grande dedizione dimostrata per il teatro milanese dal sovrintendente Dominique Meyer”.
A questo punto in sala sono partiti gli applausi durati a lungo fino al cenno di mano del sovrintendente che ha preso a sua volta la parola: “Sono alla mia 36esima conferenza stampa in questo teatro e dico da subito che sto molto bene, sono felice, sereno e gioioso. In questo periodo di mandato ho fatto più il sovrintendente che il direttore artistico e questo a causa del Covid, ma come posso lamentarmi! Ho diretto l’Opera di Parigi, quella di Vienna e poi di Losanna, ho fatto tante cose straordinarie per cui lamentarsi non è proprio il caso. Sono stato pagato in anticipo quando sono stato accolto qui come in una grande famiglia.
Insieme a tutte le maestranze abbiamo rinnovato la Scala da capo a piedi. Ora lascio dietro di me una Scala modernizzata – ha puntualizzato il sovrintendente uscente – L a Scala è un teatro amato dall’economia, pensate che i privati danno più soldi dei pubblici. Io credo nella verità dei numeri e nel 2023 abbiamo chiuso con 8,7 milioni di utile. Lascerò la Scala con un patrimonio che è sentibilmente cresciuto: la biglietteria è passata da 27 a 34 milioni.
Per fortuna abbiamo deciso di chiudere con la biglietteria dell’ultimo minuto che penalizzava la crescita degli abbonamenti. Ora infatti gli abbonamenti sono di nuovo ripartiti. Con l’ufficio marketing abbiamo anche inventato nuove idee di abbonamenti. Un grande lavoro è stato anche fatto sul restyling del teatro, sulle potrone e sulla cassa acustica, e molto anche sul piano”verde”.
Per parlare degli appuntamenti a cartellone ha invece preso la parola Riccardo Chailly che ha subito evidenziato la grande intesa che c’è sempre stata fra lui ed il sovrintandente: “C’è stata un’intesa su tutto, anche sulla scelta dei cantanti e vorrei che questo non fosse un addio – ha detto il direttore musicale del teatro alla Scala di Milano prima di parlare del programma la cui importante novità è la commissione a Francesco Filidei di una nuova opera tratta dal Nome della rosa di Eco. I titoli d’opera della nuova Stagione sono 14, ad aprire sarà La forza del destino di Verdi, opera molto difficile vocalmente (a detta del maestro), di rilievo l’appuntamento con Ring des Nibelungen, diretto da Christian Thielemann.
Tornerà Tosca, questa volta diretta da Michele Gamba e dopo 48 anni tornerà Norma, un titolo che fa paura forse in ricordo della grande Callas, che però, come ha ricordato Mayer, fu anche buata proprio alla Scala.
La Stagione danza presenta invece 7 titoli: “Apriremo con Lo Schiaccianoci di Nureyev “ ha annunciato il direttore del ballo Manuel Legris, che come da lui stesso confermato in conferenza, finirà il suo mandato nel novembre 2025.
Sempre di Nureyev torna in scena anche Il lago dei cigni , che giunse alla Scala per la prima volta nel 1990 con lo stesso coreografo nel ruolo ambiguo e speculare di Wolfgang/Rothbart.
È invece un debutto per la Scala Paquita, nuova produzione in omaggio a Pierre Lacotte. Sul fronte contemporaneo, a febbraio/marzo la Compagnia è impegnata nella prima assoluta di Carmen nuova creazione di Patrick de Bana sulle musiche di Rodion Ščedrin con la partecipazione di Roberto Bolle, incastonata in un trittico che vede la ripresa del gioiello coreografico di Angelin Preljocaj Annonciation (presentato alla Scala nel 2002 come unica compagnia italiana ad averlo in repertorio) e Solitude Sometimes di Philippe Kratz, creato lo scorso anno per i ballerini scaligeri su musiche di Thom Yorke e Radiohead.
Aprile vedrà gli artisti della Compagnia immergersi nello stile di uno dei coreografi più originali del nostro tempo, Edward Clug, con il debutto scaligero di Peer Gynt. Francesca Camponero