MILANO. 18 FEB. Silenzi e misteri sull’arresto del direttore Riccardo Deserti del Consorzio del Parmigiano Reggiano.
Lo denunciano la Coldiretti regionale e quella mantovana. “Deve essere fatta chiarezza sull’intera questione” afferma Paolo Carra presidente della Coldiretti di Mantova.
“I vertici del consorzio, massimi esponenti delle centrali cooperative, hanno il dovere morale di assicurare la massima trasparenza a tutela del buon nome di uno dei più importanti prodotti italiani e di centinaia di imprenditori” spiega Ettore Prandini, Presidente della Coldiretti Lombardia. E aggiunge: “E poi vorremmo sapere quando verranno tagliati i legami equivoci con i produttori di simil parmigiano che danneggiano il vero formaggio Made in Italy e i bilanci delle aziende italiane?”
Anche perché – spiega la Coldiretti – non bisogna dimenticare che solo nell’ultimo anno le importazione di formaggio similare dall’Ungheria hanno sfiorato i tre milioni di chili e che proprio in Ungheria opera la Magyar, industria casearia di proprietà di una società italiana a sua volta partecipata da Itaca società cooperativa, il cui presidente è stato fino all’inizio del 2013 proprio Giuseppe Alai, attuale presidente del consorzio del Parmigiano che si è dimesso dalla presidenza di Itaca dopo la denuncia di Coldiretti.
Per questo la Coldiretti Lombardia e la Coldiretti di Mantova chiedono che venga fatta luce sia sulla questione giudiziaria che riguarda il direttore del consorzio finito agli arresti, sia sui legami poco trasparenti con il mondo dei simililari. Ricordiamo infine che ogni anno i falsi prodotti “Made in Italy” e i prodotti che sfruttano l’italian sounding sottraggono all’economia del nostro paese una cifra pari a 60 miliardi di euro, in pratica 11 volte il valore della cancellazione della tassa IMU sulla prima casa.