MILANO. 30 DIC. L’odierna coreografia de Lo Schiaccianoci in programma in questi giorni al Teatro alla Scala porta la firma di Nacho Duato, il coreografo di Valencia che dal 2011 al 2013 ha assunto la direzione del Balletto Mikhailovskij di San Pietroburgo, e dove ha allestito questo Schiaccianoci per la prestigiosa compagnia russa.
Dopo anni dunque La Scala ha voluto dare il cambio alla versione super visionata firmata Nureyev che ha tenuto banco per oltre 40 anni.
Il sipario della Scala in cui il titolo del balletto è stampato a grandi lettere a paiette si alza su una produzione dalla coreograficamente semplificata e più vicina ad un pubblico non solo di settore.
Nel primo la scenografia è sobria ed elegante, come lo sono i costumi e le danze in cui spicca senza dubbio quella dei topi, qui sostituiti da soldati che si muovono in stile più contemporaneo che classico, senza dubbio la creazione migliore di Duato per questo balletto.
Nel secondo atto, che parte immediatamente con la danza spagnola, si apprezza una certa godibilità nelle danze di carattere soprattutto in quella ungherese eseguita da quattro abili marinai in maglietta (Angelo Greco, Mattia Semperboni, Matteo Gavazzi, Timofej Andrijashenko), ma lo stesso non si può dire riguardo il Valzer dei Fiori, giocato sul rosa, in cui i fiori sono sostituiti da pasticcini zuccherosi e zuccherati sul fondale e nei costumi delle danzatrici (perché?).
La coreografia del valzer più famoso del balletto è disordinata da un punto di vista strutturale nonchè esecutivo, e trova purtroppo un corpo di ballo non propriamente pulito e coordinato. Puliti e coordinati invece i primi due ballerini della serata di domenica 28 dicembre, Nicoletta Manni( Clara), e Claudio Coviello (Lo Schiaccianoci/Principe) che hanno retto egregiamente il confronto con la coppia più nota e acclamata RobertoBolle/ Maria Eichwald delle serate precedenti. Anche in questo caso però i passi a due coreografati da Duato appaiono deboli, confermando che il coreografo spagnolo è senz’altro più apprezzabile quando impegnato in creazioni di stile contemporaneo . La cura comunque dei ruoli solistici è eccellente anche perché ultimamente in mano ad un grande maestro della danza, Vladimir Derevianko.
La partitura di Cajkovskij ha trovato in Vladimir Fedoseyev una mano esperta che ha portato l’orchestra ad una resa strumentale di valore, impreziosita dalla presenza del Coro di voci bianche dell’Accademia Teatro alla Scala diretto da Bruno Casoni.
Lo Schiaccianoci ha ancora repliche fino a domenica 18 gennaio 2015. Francesca Camponero